30. Affido questi “Criteri
Educativi” alla Vergine
Maria, Madre e Regina degli Apostoli,
perché con la sua materna intercessione li renda
vivi per il bene di voi, miei carissimi seminaristi,
che considero un grande dono di Dio. Li consegno
alla vostra attenta lettura e riflessione; ma
ancora di più, alla vostra preghiera. Soprattutto la
preghiera, infatti, può rendere luminosi e attraenti
questi indirizzi, ed efficaci per il vostro lavoro di
formazione in vista del Sacerdozio.
In modo particolarissimo vi raccomando
la devozione e la preghiera alla Madonna: è la
Madre di Cristo e dei Sacerdoti. Come non pensare
che ella ami con particolare tenerezza coloro
che il Figlio Gesù chiama a sé per una singolare
intimità? “Salì poi sul monte, chiamò
a sé quelli
che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì
Dodici che stessero con lui” (Mc 3, 13-14).
Il Seminario si deve specchiare innanzitutto
nell’esperienza dei Discepoli che vivono
attorno al Maestro: da lui imparano la consegna
fiduciosa al Padre, la preghiera, la reciproca
fraternità, la fatica del quotidiano, l’ansia per la
salvezza di tutti, il rapporto con la gente che lo
cerca - non sempre per motivi religiosi - lo accoglie
o lo rifiuta. Ricordate: la vicenda di Gesù si
“concentra” perennemente nella Santa Eucaristia.
Il Mistero Eucaristico, celebrato e adorato, sia al
cuore della vostra vita spirituale e della vostra
formazione.
31. Ma deve specchiarsi anche nell’esperienza
dei Discepoli raccolti attorno a Maria nel
cenacolo. Spauriti e deboli dopo il dramma del
Calvario, ella presiede il piccolo gruppo e lo presidia
con la sua maternità in attesa dello Spirito
Santo, dono del Risorto.
Maturate verso di lei la confidenza dei
figli; pregatela ogni giorno con il santo Rosario,
con frequenti giaculatorie, con l’anelito dell’anima.
Chiedetele che vi insegni ad amare con
libertà e purezza di cuore.
Sia lei, Vergine e Madre, a farvi dono
della verginità, premessa e condizione di quella
fecondità spirituale a cui il Signore chiama ogni
Sacerdote.
Sia lei, Donna del silenzio e del “sì”, a
educarvi al raccoglimento dello spirito che medita
le meraviglie di Dio; all’adesione pronta e
incondizionata ai disegni del divino Maestro.
Sia lei, Donna della carità, ad accompagnarvi
sui sentieri della fraternità vera; a sostenere
i vostri passi per raggiungere in fretta i
“luoghi” che la Chiesa vi indicherà per il vostro
“officium amoris”32.
In Maria, che “si mise in viaggio verso la
montagna” per raggiungere in fretta una città di
Giuda, scoprite un luminoso esempio del ministero
a cui vi preparate. Alla cugina Elisabetta,
che avanti negli anni porta in grembo Giovanni
Battista, la giovanissima madre non offre forse la
sua presenza concreta nel segno della visibilità e
dell’amorevole iniziativa? E questa presenza non
si prolunga forse nella fedeltà dei giorni condividendo
con lei le gioie, le fatiche, le speranze quotidiane?
“Maria rimase con lei circa tre mesi, poi
tornò a casa sua” (Lc 1,56). Sono, queste, alcune
caratteristiche dell’apostolato che ogni Cappellano
è chiamato a vivere negli Enti militari e che
ho sopra richiamato: la vicinanza cordiale e propositiva
a ciascun militare nella ferialità della
vita.
32. E come tacere che nel cenacolo, accanto a
Maria, vi era innanzitutto Pietro? Il Capo degli
Apostoli aveva bisogno, lui per primo, di essere
confortato dalla Madre del suo Signore. Così
come, per primo, uscirà allo scoperto dal cenacolo
per annunciare il Risorto.
Cari seminaristi! Non vi è formazione al
Sacerdozio senza amore al Papa, Successore di
Pietro, il “dolce Cristo in terra”, come amava dire
santa Caterina da Siena. A lui guardate con fiducia
e amore, con docilità e gratitudine. Non abbiate
paura: il vento dello Spirito soffierà sempre
nella vela della barca che è la Chiesa, e il Papa
terrà sempre nelle sue mani il timone. Con lui e
sotto la sua guida, i Vescovi costituiscono il
Collegio Episcopale, memoria viva del Collegio
Apostolico. Stringetevi a loro che hanno la
responsabilità ultima della vostra formazione.
33. Consegno questi “criteri” allo zelo degli
Educatori del nostro Seminario. Sono i princìpi
che la Chiesa universale indica per la formazione
dei futuri Sacerdoti. Ho cercato di rileggerli - almeno
in parte - alla luce di alcune peculiarità
della nostra Diocesi.
Ciò che mi ha spinto a stendere queste pagine
è la coscienza del mio dovere di Vescovo,
primo e insostituibile responsabile dei futuri
Ministri di Dio. Ma anche la stima e il grande
affetto per voi che siete approdati al nostro Seminario
chiedendo di diventare Cappellani Militari.
Per la vostra formazione e per la felicità della
vostra vita, devono essere chiare le specificità
di questa “vocazione nella vocazione”: quella
di poter servire un mondo così ricco di bontà e
di bene che è il mondo dei nostri Militari.
Di cuore vi benedico.
Roma, 27 marzo 2005
Pasqua di Risurrezione del Signore
ANGELO BAGNASCO
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